VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO SU TURISTA: 5 ARRESTI TRA VICO EQUENSE, MASSA LUBRENSE E SORRENTO

VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO SU TURISTA: 5 ARRESTI TRA VICO EQUENSE, MASSA LUBRENSE E SORRENTO

VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO SU TURISTA: 5 ARRESTI TRA VICO EQUENSE, MASSA LUBRENSE E SORRENTO

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Dalle prime ore di questa mattina gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Sorrento e della squadra Mobile partenopea, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, stanno eseguendo tra Massa Lubrense, Vico Equense, Portici e Torre del Greco un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del medesimo Tribunale nei confronti di cinque soggetti, ritenuti responsabili di violenza sessuale di gruppo con l’aggravante dell’uso di sostanza stupefacente nei confronti di una turista inglese.

La nota

Nella mattinata odierna ufficiali ed agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato P.S. di Sorrento hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta da questa Procura ed emessa dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di: l .M INIERO Antonino, 2. GARGIULO Gennaro Davide, 3. DE VIRGILIO Fabio, 4. REGIO Raffaele, 5. D’ANTONIO Francesco Ciro, tutti indagati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una cittadina britannica. I fatti risalgono all’ottobre del 2016, allorquando durante l’ultima sera di permanenza della donna in un noto hotel della penisola sorrentina, due dei soggetti suindicati, barman in servizio presso la struttura alberghiera, offrivano alla donna ed a sua figlia un drink contenente la cd “droga da stupro” (sostanze appartenenti alle classi farmacologiche Z-drugs e benzodiazepine). Le attenzioni venivano, quindi, concentrate dai due barman sulla sola donna di circa cinquant’anni, che veniva dagli stessi condotta nell’adiacente locale piscina, ove entrambi abusavano di lei. Consumata la prima violenza la donna veniva data in consegna ad altro dipendente dell’hotel che la conduceva all’interno di una stanza alloggio del personale, ove ad attenderla vi era un numero imprecisato di uomini, nell’ordine di una decina almeno, molti dei quali nudi, che a turno usavano violenza sessuale su di lei. La donna veniva fotografata e ripresa dal branco mediante telefonini. Ultimata la violenza di gruppo, uno di loro poi la riaccompagnava al piano  della stanza. Rientrata in Gran Bretagna la donna prontamente denunciava l’accaduto alla  polizia del Kent; veniva sottoposta, quindi, al prelievo di campioni biologici e ad  accertamenti medico legali. I sanitari britannici rilevavano lividi ed ecchimosi su  tutto il corpo. Veniva, quindi, informata l’Autorità Giudiziaria italiana tramite il  Servizio di Cooperazione Internazionale della polizia. E’ stato possibile pervenire all’identificazione solo di alcuni dei componenti del  gruppo, tutti dipendenti dell’hotel, attraverso: – l’esame dei dispositivi sequestrati al personale maschile in servizio presso la struttura, da cui è emersa una chat denominata “cattive abitudini” ove gli autori dello  stupro commentavano l’accaduto, nonché altri scambi di messaggi contenenti anche  le foto della donna durante la violenza; – il rilevamento della presenza del DNA degli indagati sul corpo della vittima ed in  particolare sulle aree interessate dalla violenza; – la foto dei due barman scattata dalla cittadina britannica con il proprio telefonino; – la presenza di un tatuaggio a forma di corona sul collo di uno degli autori dello stupro, così come descritto dalla vittima. E’ stato inoltre disposto esame tossicologico sui campioni biologici della  dorma (urina e capelli)  a cui è emersa la somministrazione – nel periodo  temporale coincidente con il denunciato stupro — di sostanze appartenenti alle  classi fan- acologiche meglio conosciute come “droga da stupro” in grado di  alterare la capacità di autodeterminazione della vittima e la sua capacità  i  reazione. In definitiva, le articolate indagini, di natura tecnico-scientifica, disposte dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, unitamente agli accertamenti  urgenti effettuati dalla Polizia del Kent hanno consentito di fornire ampi ed  incontrovertibili riscontri al contenuto della denuncia della cittadina britannica.

Redazione

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